Pennetta nera
Ovvero come il fascismo non è tornato, perché non era andato via, ma si sente solo libero
Ciao!
Io sono Francesca e questa è la prima puntata di errepuntato, la newsletter con cui ogni settimana provo a raccontare e commentare la politica del nostro paese.
E direi che cominciamo col botto, perché gli Alpini che cantano Faccetta nera a Biella ci pongono davanti il dubbio amletico degli ultimi due anni e mezzo: so tornati i fasci?
Cominciamo dalle basi.
No, perché non sono mai andati via. Basti pensare che prima di Giorgia c’era Giorgio (Almirante) e il Movimento Sociale Italiano aveva un nome che anche ai meno attenti ricordava quella “Repubblica Sociale Italiana”, ultimo alito del Fascismo Mussoliniano.
E quindi? Quindi forse non parliamo di idee ma di legittimazione delle stesse.
Immaginate di aver quindici anni, siete gli unici della classe ad ascoltare un gruppo musicale.
Poi, per caso, vien fuori che lo ascolta anche la persona più popolare della scuola (sì, immaginatela in versione High School Americana). Non vi sentireste liberi di urlare al mondo che lo ascoltate anche voi? Non siete più gli ultimi, non siete più sfigati. Potete andar fieri di pensarla come “Il leader di turno”.
Ecco.
Il paragone è puerile, ma forse funziona.
Giorgia Meloni (e con lei tutti gli estremisti dell’ultimo decennio) non ha risvegliato il neofascismo. Ha solo mostrato che potevano fare.
Prego, liberi. Non preoccupatevi.
E sì che Berlusconi illo tempore aprì questa strada con Fini (con tutt’altro esito) ma era un altro il clima mondiale, un’altra la situazione in cui una-certa-destra poteva sentirsi a suo agio.
Adesso il campo è libero, e le pezze che esponenti di governo mettono qua e là davanti ai casi più gravi sono insufficienti, troppo blande. Non sono consapevolezze d’antifascismo, piuttosto sprazzi di istituzionalità, a cui molti neanche son così avvezzi.
A questo si aggiunge un’opposizione che ha subodorato male il rischio.
Ha capito, forse, ma non ha capito come affrontarlo.
Si è limitata a urlare (soprattutto per quanto riguarda i democratici) al fascismo.
Non c’è stata una proposta concreta, un cosa faremo se, cosa dovremmo fare.
Evitare il fascismo, evitare di legittimare, e poi? Il vuoto ideologico, il nulla propositivo. O così deve averlo inteso quella buona fetta di elettorato che ha deciso di accollarsi il rischio fascismo pur di avere risposte.
Insomma.
La cattiva notizia è che sì, i fascisti ci sono e ci saranno. Sempre.
La democrazia - per sua natura - non li elimina, ne riduce la potenza.
La buona notizia è che si può pensare a un mondo in cui tanti elettori vedano nel centro e nella sinistra partiti votabili, che diano risposte alle loro domande, sicurezza alle loro incertezze.
Il fascismo non spaventa quanto la fame, la disoccupazione, l’assenza di un futuro.
La fine delle grandi ideologie è stata un dolore per molti, ma come per ogni lutto arriva il momento di guardare avanti e capire che vita avremo ora che siam soli.
Forse è ora di aprire una riflessione più ampia sul tema.
Se vi va ci leggiamo domenica prossima
erre.puntato